Alimentazione

CON LA SCORZA DEL LIMONE SOTTO LE UNGHIE

5 giugno 2016

“Non faccio un passo se non insieme a lei” spiega Luigi Roberto Di Crescenzo, produttore di limoni in quel di Cetara e proprietario del B&B A Pastaiola, mentre parla di sua moglie Filomena Bisogno, detta Mena.

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E la testimonianza sta anche nei loro profili tecnologici: una mail il cui indirizzo è luigi_mena@alice.it e un profilo Facebook che recita Luigimena Di Crescenzobisogno. Ma la parte affettiva in tecnologia finisce qui, perché sono i gesti e le scelte quotidiane che testimoniano di questo legame fortissimo.
La prima di queste scelte è stata quando Luigi, sostenuto da Mena, ha deciso di abbandonare definitivamente il suo lavoro di collaudatore di impianti in cemento armato per dedicarsi completamente al suo adorato limoneto.

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“Ci sono nato dentro, cinquant’anni fa, quando accompagnavo mio padre contadino e pescatore. Sono cresciuto con l’odore dell’acqua di mare che impregnava i vestiti di mio padre, ad ogni ritorno al mattino, per poi trasformarsi in contadino e prendersi cura del suo limoneto” spiega Luigi Roberto Di Crescenzo.
“Al profumo dei limoni non si può resistere” ed è proprio così. Sono entrato con lui in una porzione del suo limoneto e subito sono stato avvolto da un profumo che, da qualche tempo, ha dato vita ad un intrigante forma di turismo olfattivo.

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Ma cosa fa Roberto tutto il giorno nel suo limoneto, quali e quante sono le pratiche colturali necessarie per allevare questo agrume?
“Ci passo tutto il giorno perché questa è la mia vita. Mio padre mi diceva sempre che quest’attività non mi avrebbe dato da guadagnare, ma mi avrebbe insegnato ad avere un profondo rispetto per quella che qui si chiama ‘la roba’, ovvero il valore della terra, tramite la continuità di cultura e di dignità per questo mestiere”.

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Li ama davvero i suoi limoni, Luigi Roberto, al punto di svelare ogni più piccolo segreto ai turisti e ai visitatori per metterli in condizione di scegliere, nel momento della spesa: racconta della forma oblunga, del colore del limone, ma anche di come sceglierlo e conservarlo.
“Grattatene un po’ la buccia con le unghie. Il profumo del limone sfusato è inconfondibile e vi offre la certezza dell’autenticità. Per conservarlo, ben oltre il mese di scadenza abituale, mettete i limoni in un cesto, adagiati su un panno di cotone, poi ricopriteli a strati con un altro panno di cotone, un foglio di giornale, e un ultimo panno di cotone bagnato. Vi garantisco che durano almeno quattro/cinque mesi”.

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Ha un suo fascino ascoltare il racconto di Luigi Roberto nel cuore del limoneto: “Mio padre mi portava qui, dopo la scuola, ad aiutarlo. Io ero felice e questo imparare mi servì quando lui dovette passare dalla pesca delle alici a quella del tonno rosso, costretto quindi a stare lontano molte notti”.
Era preoccupato per la sua terra Vincenzo ‘o pastaiuolo – il suo soprannome derivava dall’agiatezza in cui era vissuta la sua famiglia, in una terra di povertà come Cetara, e suo padre, al rientro dalla fabbrica ad Algeri, dispensava cibo a tanti – chi avrebbe potuto seguirla nel lungo tempo della sua assenza?

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Furono Luigi, allora tredicenne, e sua mamma Antonietta la Cerasella ad occuparsi del limoneto.
“Le donne a Cetara sono sempre state tenute in grande considerazione, emancipate e rispettate per il duplice ruolo di madre e padre, in assenza dei mariti per il lungo tempo della pesca” spiega Luigi Roberto mentre ribadisce l’affetto profondo che lo lega a Mena e all’altra scelta che hanno fatto insieme:  l’apertura del bed&breakfast A Pastaiola, in onore del soprannome familiare.
“Lo abbiamo inaugurato nel 2014, proprio per valorizzare questa forma di turismo olfattivo che intendiamo praticare. Da noi gli ospiti vengono salutati con una cena di benvenuto e arrivederci, a base di limone sfursato”.
Spaghetti al limone, il vino della Costa d’Amalfi servito nel bicchiere ricavato dalla scorza dello sfusato by Luigi Roberto, semifreddo al limone e via di questo passo , quando la stagione lo consente direttamente nel limoneto.

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Ma com’è un limoneto? Mai avrei immaginato di trovarmi in un terrazzamento fatto di pali di castagno, funzionali a far piegare i rami fino a formare una tettoia protettiva: “Il castagno è stato scelto moltissimi anni fa, quando la necessità aguzzava l’ingegno, perché è il legno che marcisce più lentamente e di conseguenza, per venti/trent’anni resisteva nel limoneto riducendo i costi di gestione”.
Tripudio di verdi e gialli, una frescura insolita, il profumo che invade l’aria: sensazioni che ti avvolgono e ti fanno capire perché Luigi Roberto ha scelto questa vita.

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“Non è per il guadagno, il prezzo lo impone sempre la grande distribuzione e a noi non resta che adeguarci, tranne per quella piccola parte che vendiamo direttamente ai turisti e ai ristoranti. Vogliamo invece far capire la qualità, le differenze anche tra gli stessi limoni sfusati che, lo ricordo, non esistono in natura: sono il frutto di innesti di epoca araba effettuati sulla pianta di arancio amaro”.
Luigi Roberto racconta quanto lavoro c’è dietro a questa pianta, quanto amore e, nel suo caso, quanta fortuna per alcuni dei suoi limoneti esposti a mancina, a mano monca, dai raggi diretti dal sole che prolungano il tempo di maturazione a settembre, quando c’è scarsità di offerta e il prezzo cresce leggermente. Ma anche in questo caso il consiglio si fa prezioso.
“Il limone non va mai acquistato per la sua bellezza, ma per il suo profumo, perché la bellezza è figlia della chimica, il profumo è figlio della mano dell’uomo”  ci spiega Luigi Roberto e io me ne vengo via a malincuore, con la scorza del limone sotto le unghie e gli occhi che incrociano i vasi dipinti, lungo tutto il centro di Cetara, da Mena e dagli alunni dei suoi corsi di ceramica…

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ma questa è un’altra bella storia.

Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it

I riferimenti di Roberto Luigi e Mena sono presso il loro B&B A Pastaiola, a Cetara (SA) – www.pastaiolabb.it – tel. 089 261503 – cell. 333 8313147 

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