Trentacinque anni fa comprai, con un contributo di mille lire, un metro quadrato di terra intorno all’aeroporto di Comiso per impedire che diventasse la sede delle testate nucleari della NATO. Un gesto di protesta condiviso da altre migliaia di persone in tutta Italia. Un’azione dimenticata e sepolta nella memoria che mi è tornata in mente quando, pochi giorni fa in occasione di un convegno, mi sono imbattuto nel racconto di una start up nata nel 2010 a Firenze e che ha fatto della condivisione e della sostenibilità la propria ragion d’essere.
Treedom, questo il nome dell’azienda fondata da Federico Garcea e Tommaso Speroni, segue lo stesso principio della condivisione con cui venne lanciata la sottoscrizione di Comiso, ma trasformando il tutto in qualcosa di oggettivamente tangibile e concreto: loro vendono alberi, in tutto il mondo, acquistabili da chiunque, sia che si tratti di un regalo sia, come nel caso di uno dei loro primi clienti – Jovanotti che ne comprò 12.000 – per compensare le emissioni di Co2 del tour.
Un’idea geniale che mi ha portato subito all’acquisto e successivo regalo di una pianta di Markhamia, detta anche Tulipano del Nilo, che verrà piantata da Wirio, un’associazione ONG che opera in Kenya con cooperative di donne e contadini per creare vivai sostenibili e promuovere lo sviluppo di un sistema agroforestale dove la pianta-regalo di Markhamia avrà la funzione, grazie alla sua rapida crescita, di ombreggiare, in pochi anni, specie consociate che hanno bisogno di poco sole. Oltre a contribuire al risparmio di 250 kg di Co2, quanti ne produce in media ognuno di noi in 19 giorni.
Poca cosa, vien da dire, se non fosse che la pianticella che ho regalato è la numero 48.066 delle 250.00 piante che Treedom ha piantato in questi anni.
Federico Garcea e Tommaso Speroni ebbero l’idea nel 2010, mentre erano in Camerun ad aiutare la popolazione a migliorare le proprie condizioni di vita; giocavano a Farmville nel tempo libero e l’idea scaturì proprio da lì, dalla voglia di fare qualcosa di reale.
Nasce così Treedom, una start up che oggi ha sede a Firenze, Roma, Santa Monica e Nairobi, e in pochi anni diventa punto di riferimento per progetti di elevata funzione sociale, in diverse parti del mondo e in Italia, come quello della Cooperativa Sociale Resistenza Anticamorra a Scampia, in cui 40 giovani hanno trovato lavoro in un terreno di 14 ettari confiscato alla mafia dove sono stati finora piantumati 2.000 alberi da frutto, dei 3.100 previsti, creando una piccola oasi di quiete in cui si è avviata anche la trasformazione dei prodotti agricoli.
Nel mondo, invece, è la rete di contadini che Treedom ha attivato, a piantare alberi, prendersene cura, interagire, attraverso la piattaforma digitale, con i proprietari o i destinatari dell’albero, inviando una mail ad ogni azione che ne riguarda la crescita. Un’adozione a distanza che, goccia dopo goccia, contribuisce a migliorare il pianeta.
Come funziona? Nel modo più semplice possibile; le piante selezionate hanno un costo che va dai 5,90 di un Barbados Nut in Malawi ai 29,90 di un Macadamia in Kenya, si possono scegliere sul catalogo virtuale che sul sito di Treedom e seguire il percorso, estremante intuitivo, che ti porta all’acquisto.
I ragazzi di Treedom raccontano così la loro scelta: “Qualcuno, più saggio di noi, soleva dire ‘che sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo’. Abbiamo fatto nostra questa massima”.
Non so bene il perché, non sono un grande ambientalista per la verità, ma da quando ho regalato l’albero di Markhamia sento di aver fatto una cosa giusta, come quando acquistai quel metro quadrato di terra a Comiso; forse è proprio il principio della condivisione che dobbiamo ripristinare per fare di questo mondo qualcosa di migliore in cui vivere.
Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it