Lo confesso, ho spesso considerato i musei spazi chiusi e autoreferenziali, di pura conservazione della memoria, dove la visita è tra l’obbligo (vedi i grandi musei internazionali) e il riempimento del tempo nelle ore più calde o più lente di una giornata di vacanza.
L’esperienza vissuta a Cortona a Capodanno, in un museo dove il motivo di visita non era fine a sé stesso, mi ha aperto una prospettiva completamente diversa, coinvolgente e dinamica. Complici Vittorio Camorri, di Terretrusche, e Albano Ricci, assessore a turismo e cultura della città etrusca.
Quest’ultimo l’ho conosciuto per caso, carpendo il suo modo appassionato di raccontare i cimeli etruschi esposti nel MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona – ad alcune persone, senza sapere nulla del suo ruolo istituzionale. Mi piaceva il modo di raccontare e mi sono attardato davanti ad una pergamena solo per ascoltarlo. È grazie a lui che ho potuto guardare con occhi diversi la ricchezza e il fascino degli oggetti – dal lampadario etrusco alla Musa Polimnia – e vivere il museo come luogo vivo.
Vittorio Camorri invece è l’ideatore dell’insolita fruizione del museo; la mattina del primo giorno dell’anno, da dieci anni a questa parte, organizza, tra sculture e gioielli etruschi, la Colazione al Museo.
Un appuntamento che, come racconta lui stesso, “è partito con dieci cappuccini e venti cornetti, per arrivare quest’anno ad ottocento persone partecipanti (il massimo della fruibilità), oltre venti operatori con le eccellenze toscane, la partecipazione dei cuochi del territorio”.
La Colazione al Museo è la testimonianza di come sia solida la volontà di valorizzare un territorio e le sue eccellenze, siano esse di origine gastronomica o di rara bellezza artistica: fin dalle prime ore della mattina, produttori e cuochi arrivano con le loro specialità e le loro attrezzature. Le stanze del museo si confondono tra esposizioni gastronomiche che mettono in risalto il bello, oltre che il buono, reperti archeologici etruschi e antichi dipinti.
E l’arrivo delle persone è tutto uno stupore di sguardi e di interesse per quel particolare formaggio, così come per il cinquecentesco diploma imperiale concesso da Massimiliano d’Asburgo al cortonese Giovanni Sernini per la mediazione da lui svolta con Martin Lutero, esposta per la prima volta agli occhi dei partecipanti alla colazione.
Un esempio di come si possano far vivere le stanze di un museo che rappresenta un importante passato e vuole integrarsi con il presente e il futuro della città, grazie ad una buona dose di sensibilità e flessibilità messa in campo dalle istituzioni e dagli operatori privati.
La riflessione nata da questa insolita esperienza è che ci sono persone speciali che rendono i luoghi ancor più speciali, perché capaci di far vedere l’anima di quei luoghi.
Vittorio Camorri ci ha dedicato la sua vita professionale e la sua umanità, condizione imprescindibile quando si crede in ciò che si fa, a far emergere l’anima di questo territorio. Ha cominciato quindici anni fa, dopo aver aperto, insieme a sua madre, il primo agriturismo di Cortona: I Pagliai.
“Mi resi conto, fin dall’inizio, che non era la singola struttura, pur sempre piena, che poteva soddisfare il bisogno dell’ospite. – racconta Vittorio – Nacque da quella riflessione, e da una buona dose di fiducia ricevuta, l’idea di dar vita a Terretrusche, un’agenzia di promozione del territorio”.
La dose di fiducia arrivò da Paolo Sabatini, ex-ad di Gemina, che mise a disposizione di Vittorio Camorri alcuni casali di proprietà da gestire come offerta turistica. A questo seguì l’incarico di realizzare il primo sito internet del Comune di Cortona, poi l’apertura della prima attività di incoming e, soprattutto, la capacità di interagire in un dialogo proficuo tra ente pubblico e impresa privata.
Un rapporto, quello tra pubblico e privato, che a Cortona rappresenta uno stile di lavoro di cui l’esempio più mirabile è la gestione del MAEC, di proprietà dell’Accademia Etrusca, istituzione privata esistente dal Settecento, e dell’amministrazione comunale, in un rapporto che dura da molti decenni.
“Si tratta di fiducia, tra le persone. – spiega Vittorio Camorri – L’esempio della Colazione al Museo e, più in generale, di tutti gli eventi che facciamo si basa sulla fiducia reciproca, sul dare e sul ricevere: Terretrusche è cresciuta e si è affermata con questo principio. E spesso diamo più di quanto riceviamo, ma lo facciamo volentieri perché la soddisfazione vera è vedere che questa scelta produce risultati per la comunità”.
Le ossa, Vittorio Camorri e C., se le sono fatte con il Tuscan Sun Festival, uno degli appuntamenti più intriganti del cartellone culturale italiano: “Lavorando con gli organizzatori, di cultura e organizzazione americana, abbiamo imparato tanto e lo abbiamo poi applicato ai nostri eventi, in prevalenza legati alle eccellenze enogastronomiche”.
Nascono così Dalle Stelle alle stalle – Chianina e Syrah, Street Chef, Sua Eccellenza il Tartufo Bianco ad Asciano, Cortona con Gusto nell’ambito del Cortona Mix Festival e la Colazione al Museo. Oltre, naturalmente, ad un’infinità di proposte e programmi personalizzati per i turisti.
“Ogni evento che organizziamo vede la presenza collettiva delle eccellenze toscane e di affermati cuochi che arrivano da più regioni italiane; far lavorare i cuochi del territorio al fianco di Claudio Sadler, Pino Cuttaia, Paolo Gramaglia, Gianluca Fusto, Giancarlo Morelli, solo per citarne alcuni, lo considero anche un importante momento formativo” confida Vittorio Camorri, mentre spiega la sua visione futura, il suo sogno: “Portare Cortona e la Valdichiana in tour. Non nelle fiere, ma proprio portare in giro l’anima, l’eccellenza, la vita di queste terre, farla conoscere, toccare con mano e bocca. Lo abbiamo fatto una volta, in occasione di Expo, ed è stata una meravigliosa esperienza, per tutti. Ecco, voglio riprovarci”.
Di una cosa siamo certi, che le persone speciali come Vittorio aiutano nel piacevole percorso che ti trasforma da turista a viaggiatore; che significa affrontare un viaggio come stimolo di cambiamento personale che ti porta ad interagire con persone, culture e spazi diversi da quelli a cui siamo abituati.
Scrive Andrew Evans , giornalista del National Geographic: “Il viaggio, il vero viaggiare, è quando ti incammini su un sentiero aperto, accettando qualsiasi cosa che ti verrà incontro” e un semplice viaggio a Cortona, accolto dalla sua comunità, mi ha ricordato quelle parole facendomi così scoprire l’anima dei luoghi.
Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it