La veggia è la cantina dove i contadini si incontravano la sera, bevendo il vino e raccontando le loro storie a figli e nipoti, mentre in un angolo le donne filavano lana. Una delle veggie più antiche, risalente al ‘700, è stata trasformata in agriturismo da Umberto e Davide Avanzini, padre e figlio, che vivono e lavorano a Rivalta di Lesignano de’ Bagni, sui Colli Matildici. Trent’anni fa hanno fatto una scelta precisa: produrre il Parmigiano Reggiano e tutti i derivati – dal burro alla ricotta – esclusivamente con il latte proveniente dalla loro azienda. Poi è arrivato il Pioniere, un formaggio grana a crosta nera, stagionato almeno 20 mesi, che in pochi mesi ha visto triplicarsi la produzione.
La pecora cornigliese, nata nel ‘700 per volontà borbonica da una serie di incroci, vent’anni fa era arrivata a rischio estinzione – 50 capi in tutto – fino a quando un manipolo di allevatori ha reagito. Oggi se ne contano circa 700, con la triplice attitudine di essere adatte a latte, lana e carne.
Carla Campanini, dopo essersi iscritta alle Associazioni parmensi ‘Coordinamento Tessitori’ e ‘Agricoltori e Allevatori Custodi’, ha iniziato a trasformare la lana di questa pecora-mucca, organizzando corsi e dando vita, in collaborazione con Antonia Sorsoli, presidente dell’Associazione culturale Arcadia di Sala Baganza, ad una mostra in cui 180 artiste di tutto il mondo hanno realizzato manufatti con la lana cornigliese.
Claudio Grossi è il custode del Grano del Miracolo, una varietà antica a grana grossa che può raggiungere i due metri di altezza. Le caratteristiche di questo grano le ha evidenziate l’Università di Padova: contiene una maggiore quantità di fosforo (+43%), utile per la salute dei denti e delle ossa e ferro (+25%), indispensabile per il trasporto dell’ossigeno, rispetto ai grani moderni. A credere in questa varietà è poi subentrato uno dei molini storici di Parma, il Molino Grassi, che ne ha iniziato la produzione con grande successo.
Infine lui, Mauro Ziveri, titolare di una delle aziende più qualificate nel settore dei salumi, Rosa dell’Angelo, che qui però vogliamo raccontare come creatore di una comunità di allevatori e contadini virtuosi; quella stessa di cui abbiamo anticipato alcune belle storie.
“La società mi ha dato tanto e io voglio, adesso, restituirne una parte” racconta, con una buona dose di riservatezza Mauro Ziveri, lasciando poi la parola al suo stretto collaboratore Claudio Barusi per parlare del modo in cui ha deciso di restituire alla comunità.
Le brevi storie che ho raccontato sopra sono solo una piccola parte di quella comunità a cui Mauro Ziveri ha dato vita, “altre le potrai scoprire partecipando al Rural Festival, l’incontro che ogni anno si svolge nell’azienda agricola di Ziveri, in cui si mette in mostra la biodiversità del territorio, a cominciare dai maiali neri che qui alleviamo allo stato brado” mi spiega Barusi.
Venti, tra allevatori e produttori, portano al Rural Festival le loro produzioni di un anno: dalla pecora cornigliese ai grani antichi, dal latte degli asini di Montebaducco alla prugna Zucchella, dagli antichi pomodori Riccio Parma al cavallo Bardigiano.
“Nei due giorni del festival vendono tutta la loro produzione, grazie ad un pubblico molto sensibile e disposto a pagare qualcosina in più, il giusto prezzo, per acquistare prodotti che hanno, ognuno, una storia vera da raccontare” prosegue Claudio Barusi, sempre più coinvolgente nella spiegazione del progetto.
“Questo ha fatto Ziveri, mettere a disposizione un luogo, la sua casa, per radunare persone e aziende che avrebbero riscontrato molta più fatica nell’affrontare i mercati”.
Al Rural Festival, invece, sono arrivate 10.000 persone nella prima edizione del 2014; 37.000 lo scorso anno; quest’anno è meglio affrettarsi a segnare in agenda l’appuntamento al Parco Barboj di Rivalta, in comune di Lesignano de’ Bagni (PR): i giorni del 3 e 4 settembre 2016.
La bellezza della biodiversità qui trova il suo habitat.
Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it