Sant’Angelo dei Lombardi, Rocca San Felice, Guardia dei Lombardi, Frigento, nomi di paesi che hanno riempito le tristi cronache del terremoto che scosse l’Irpinia il 23 novembre 1980. È curioso pensare come le date di immani disgrazie restino impresse nella memoria di ognuno, abbinate al ricordo di dove si era, cosa si faceva in quel momento esatto.
Io ero in un paese dell’Appennino emiliano, in compagnia di un amico del Gargano che era in vacanza da noi; penso a questo mentre attraverso questa parte dell’Irpinia, prosecuzione di quell’Appennino che lega l’Italia in un filo indissolubile, anche se martoriato da anni (come nel caso dei boschi di castagne di Montella, sempre qui in Irpinia, la cui produzione è scesa all’8%), spopolato al punto che è una macchia nera nella mappa satellitare, ormai silenzioso anche dei rumori del bosco, eppure ancora terra di sogni, di progetti e di speranza.
“Mio nonno mi diceva sempre che da grande avrei potuto scegliere se essere imprenditore ricco di un’azienda povera o il contrario” racconta Angelo Nudo, mentre ci accoglie al Marennà, il ristorante di Feudi San Gregorio di cui è direttore, per spiegare il suo sogno: tenere in vita il suo territorio natale, attraverso un formaggio.
Continua a leggere…