L’ho visto la prima volta in una fiera, con le sue ciotoline di verdure ordinate, accompagnate da un cartellino con nomi a me ignoti – mugugni, marasciuoli, rosette fogliari – e altri più conosciuti – fungo cardoncello, cicoriella selvatica, friarielli di campo – su cui campeggiava un minuscolo affascinante logo: Spirito Contadino. Quella prima volta mi colpì, ma non mi fermai a parlare con Antonio Gervasio.
Poi lo incontrai altre volte, in giro per l’Italia, sempre con le sue ciotoline da cui proponeva piccoli assaggi.
Sono passati cinque anni da allora, di Antonio ho sentito parlare più volte, delle sue verdure che rimandano a sapori antichi, della sua caparbietà ad uscire dalla sua terra, il Tavoliere della Puglia, per far conoscere un progetto di recupero delle erbe selvatiche. Fino a quando ho voluto saperne di più.
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