Non si costruiscono più le piazze! Pensavo a questo quando, pochi giorni fa, in viaggio hanno passato alla radio la magnifica canzone di Lucio Dalla – La sera dei miracoli – con il celebre verso: …e la gente corre nelle piazze per andare a vedere.
Il luogo simbolo dell’Italia si sta svuotando dei suoi significati, la si attraversa frettolosamente, i capannelli di persone sono sempre più rari, in molti casi sono presidiate solo da extracomunitari che ne fanno ancora un posto dove ritrovarsi. Qualcuno dirà che si sono svuotate proprio per questo. Altri sostengono che è colpa delle banche che si sono prese gli edifici più belli che si affacciano.
Eppure la storia ci insegna che la piazza esiste nel momento in cui esiste la città e la città è nata, ed ha motivo di esistere, attorno al suo fulcro principale e corrispondente alle funzioni urbane: civili, religiose, commerciali.
Continua a leggere…
La nostra bella Italia, così varia e ricca morfologicamente e nelle tradizioni, non consente in ogni suo dove di ritagliarsi un futuro nella stessa misura. Ci sono zone che in questo senso risultano più ostiche rispetto ad altre, inevitabilmente.
Nelle isole, in particolare, accade ancora che i giovani decidano di emigrare, perché lì faticano a vedere un futuro lavorativo.
Ultimamente mi è capitato di conoscere un ragazzo, Salvatore Lampreu, che non solo ha scelto di rimanere, ma fa della valorizzazione e promozione della sua Sardegna il proprio futuro.
Continua a leggere…
Il miglior scatto della fotografia europea è Reggio Emilia, che si apre e svela la propria anima lungo un percorso spalmato sull’intera città, dove fanno tappa le più svariate installazioni e mostre fotografiche. A rimarcare la meraviglia e, a volte, la sorpresa di scoprire certi luoghi. Inediti, anche per chi ci abita.
Bella Reggio Emilia, bella anche nella quotidianità, quando inforchi la bicicletta e ti diverti ogni giorno a percorrerla facendo disegni diversi nell’atmosfera delle vie dagli eleganti palazzi con interno a sorpresa, dei vicoli d’antiquari a misura d’uomo, dove l’occhio corre a destra e sinistra, come a rilevare quel qualcosa di diverso che ogni volta riserva.
Continua a leggere…
Un viaggio, quando lo si intraprende, non deve mai essere prevedibile. Altrimenti diventa una vacanza. E in vacanza, per quanto ci si ostini ad affermare il contrario, di scoperte non se ne fanno. Mentre il viaggio è autentica apertura: di testa e di cuore. E se le strade portano al sud diventa un viaggio di umana contaminazione con persone che qui sono belle davvero.