Il cambiamento è una condizione di vita di noi esseri umani. È un irrinunciabile motivo di crescita. Anche volendolo non riusciamo a rimanere vincolati alle stesse situazioni, che magari ci aggradano pure. Ci sono quindi i cambiamenti obbligati, in cui veniamo presi per i capelli da mutate condizioni indipendenti da noi; ci sono poi i cambiamenti in cui noi mutiamo delle condizioni per dare una sferzata di nuovo, diverso, alla nostra vita, come il cambio di casa, del posto di lavoro… E in casi più rari ci sono gli eclatanti cambiamenti radicali di vita, quelli in cui con un’apparentemente folle e al contempo lucidissima presa di posizione chiudiamo parentesi sul nostro “qui ed ora” per diventare, da domani, completamente altro. O meglio finalmente altro.
Chiamiamoli atti di coraggio, processi di liberazione. Non sono da tutti. Ci vuole capacità di lettura oltre il dovuto, una tal chiarezza di obiettivo da risultare impermeabile a chiunque cerchi di farti cambiare idea, forza interiore e tanta tanta determinazione. Insomma bisogna essere un po’ speciali.
Qualche anno fa sulla mia strada mi sono imbattuta in un maturo trentasettenne fresco di cambio di direzione e oggi l’ho ritrovato, solido nella scelta, con un viso sereno e solare che diceva tutto il suo star bene nella sua nuova vita.
Francesco Dall’Argine, brillante commercialista nell’avviato studio di famiglia, con la passione per l’apicoltura e la tartuficoltura condivise con il fratello, ha maturato 5 anni fa di chiudere con i numeri e le carte per dedicarsi completamente a ciò che coltivava solo nel tempo libero.
Ha iniziato così la sua ricerca scientifica di un luogo ideale che potesse consentirgli di esercitare al meglio le attività predilette. Doveva essere un ambiente incontaminato per la purezza del miele che intendeva produrre, ma anche con un terreno idoneo per impiantare tartufaie. Si è ricordato di una poco utilizzata struttura in legno, fatta costruire da un professionista parmigiano nella zona boschiva ai piedi del monte Sporno, che dopo una trattativa è diventata sua. Qui Francesco ha collocato le sue api, ha impiantato 4 tartufaie e una stazione meteorologica – per studiarne il rapporto produzione tartufi/ meteo- e ha creato un frutteto e un orto. Poi ha iniziato la sua meticolosa selezione dei prodotti naturali del territorio, per poter proporre una cucina semplice ma gustosa e salutare in quell’oasi di pace, adibita ad agriturismo.
Andare a pranzo o a cena alla “Macchia Tonda” per me equivale a mangiare a casa di mia madre, dove non posso desiderare di meglio. Sto benissimo! Mi sbalordiscono sempre l’estrema cura, gli accorgimenti a cui ricorre Francesco nel preparare i piatti. Come se lo facesse per se stesso. In questo lo affianca e supporta la mamma Marta, maestra e braccio, presenza amabilissima come il figlio.
Questa afosa domenica di luglio, in cui alla Macchia Tonda si respira grazie ad un’aria amica, ha il sapore, fra le altre cose, di un’indimenticabile crostata di frutta fresca preparata al momento, espressa, con una friabilissima base biscottata farcita di crema e frutta poco prima di essere servita in tavola. Che colpo da maestro!
Cosa penso di Francesco? Lui e chi come lui sono le persone che cambiano un po’ il mondo perché, creando le migliori condizioni per star bene loro stessi, si mettono nelle condizioni per far star bene gli altri, infondendo uno stato di serenità sempre più introvabile ma vitale come l’aria che si respira!
Simona Vitali
La Macchia Tonda
Via delle Macchie, 4
Località Vallerano, Calestano (PR)
Tel. 0525 57240
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