Una sala cinematografica al centro della cittadina, che raggiungi in due pedalate o a piedi, anche quando fuori nevica. Un lusso che il tam tam dei tempi moderni, più propensi a dislocate e spersonalizzanti multisale, a Fidenza non ha ancora intaccato. Un luogo dell’anima, lo definirebbe Tonino Guerra, che ha battezzato spazi e li ha disseminati di simboli in quella Pennabilli, la sua terra, che ha reso magica, surreale. E così bella da vivere. Avrebbe dovuto conoscerlo, Tonino, il My Cinema di Fidenza, non gli sarebbe sfuggito nulla della miriade di particolari che lo popolano: vecchi proiettori (anche uno ad arco voltaico e carboncini!), bobine (con 1800 mt di pellicola per ognuno dei due tempi di proiezione), obiettivi ottonati in bella mostra, poltroncine vecchio stile nella sala ristoro… tutto disposto con brio, freschezza, a personalizzare un ambiente con una storia di “cinema fidentino” che non è poi così lontana nel tempo.
Più ancora a Tonino, uomo di sconfinata cultura e poesia spicciola, sarebbe piaciuto lo spirito che anima chi questa sala l’ha fortemente voluta, e il suo adoperarsi per un cinema di qualità, che non significa necessariamente d’essai, ma frutto di scelte ponderate. Sempre di prima visione.
Un lavoro quotidiano di ricerca/valutazione sui film in uscita, le trattative con la distribuzione, l’iter di caricamento del film nella macchina entro il mercoledì. Poi il giovedì, sabato e la domenica la proiezione in quella sala intima che sembra un salotto: 88 comodissime poltroncine in velluto rosso, un grande schermo insonorizzato che ti avvolge a 360° e un’ elevata qualità di proiezione e acustica.
Quello che viene percepito come una piacevole permanenza, tempo di un film, è frutto di un lavoro quotidiano scrupoloso, metodico, soprattutto fatto di scelte.
Bisogna amare per dedicarsi e dedicare tanto tempo, soprattutto quando non è di priorità lavorativa che si tratta, essendoci l’impegno di un’associazione, Fidenza Cultura, che per poter realizzare un sogno, ha integrato le proprie competenze con quelle di un’altra associazione, La notte americana, sobbarcandosi un bell’impegno economico per gli anni a venire.
Un circolo cinematografico con una buona cultura critica e poche competenze tecniche, capitanato da Pietro Capra, si è incontrato con un’associazione culturale e di servizi con ampie conoscenze tecniche, guidata da Gilberto Berzolla.
Era l’estate del 2001 quando è nato il sodalizio fra le due associazioni con la gestione di Esterno Notte, cinema estivo.
Un grande successo di pubblico con punte da cinema d’altri tempi. Un appuntamento che si è ripresentato puntuale, ad ogni estate a seguire, a riempire dapprima il cortile della scuola De Amicis poi nella corte del Palazzo delle Orsoline.
Ricorda Pietro divertito che in qualche caso, a fronte del tutto esaurito, qualcuno ha avanzato l’idea di andarsi a prendere la sedia a casa (“abito qua vicino”) pur di non perdersi il film!
La felice esperienza di oltre un decennio di cinema estivo ha dato all’organizzazione il coraggio, nel 2011, di adoperarsi per il salvataggio dello storico cinema Cristallo: “qui ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza” era il pensiero ricorrente in quei giorni fra i fidentini.
Questo finché, nell’arco di un paio d’anni, l’evoluzione nel mondo del cinema non ha imposto cambiamenti (il passaggio dalla pellicola al digitale richiedeva un nuovo costoso proiettore) che la proprietà ha scelto di non abbracciare, optando per la chiusura del cinema. Ma questo non ha arrestato i soci di Fidenza cultura, sempre più uniti negli intenti, che anzi hanno iniziato una vera e propria crociata per restituire un cinema a Fidenza, come c’è sempre stato.
Ci si chiede, a volte, soprattutto laddove la passione pulsa forte, se ci siano nella vita delle persone episodi o segnali premonitori del loro futuro…
Pietro racconta di quella domenica pomeriggio in cui , bimbo di 7/8 anni, aveva ricevuto qualche soldino dalla mamma per andare al cinema. “Finito il film ho visto che fuori era ancora chiaro così ho deciso di fermarmi per vederlo una seconda volta. E poi una terza, finché non mi ha raggiunto un vicino di casa ammonendomi: tua madre è disperata! Io gli ho risposto che mi mancava da vedere il finale (per la terza volta!)”. Sembra una sequenza dell’indimenticabile Nuovo Cinema Paradiso!
Nella vita di Gilberto invece c’è stata una persona, Daniele Urbanetto, all’epoca collega in Telecom, collaboratore di Salso Film Festival poi presidente della cooperativa Edison di Parma con l’omonimo cinema, che lo ha contagiato. Un passaggio abbastanza naturale il suo, dal service audio luci – coltivato fin dalla gioventù – al cinema.
Lo racconta sempre Gilberto, è stata la bellezza dell’obiettivo anamorfico montato sul proiettore, così particolareggiato da perdercisi nell’osservarlo e così luccicante da sembrare d’oro, a rapirlo. Nel tempo ne ha utilizzati diversi di questi obiettivi, che ancora adesso accarezza con la mano come se fossero volti, e via via che non si usavano più li ha collezionati insieme al prezioso materiale (tra vecchi proiettori, rarissime locandine d’epoca, bobine, pellicole..) rilevato alla chiusura del cinema Cristallo. Nel cuore il desiderio di valorizzarlo, facendone primo o poi un piccolo museo.
Con il fuoco dentro, Pietro, Gilberto e con loro Angelo (Angelo Conforti, indimenticato socio fondatore de La notte americana e critico cinematografico di fondamentale supporto nelle programmazioni del Mycinem@ e del cinema estivo, mancato troppo presto) e non meno Gianluca, Silvana, Silvia, Valentina, Matteo, Francesca…anche dopo la chiusura del Cristallo sono rimasti aggrappati al progetto inseguito da molti anni. Questo mentre davanti ai loro occhi sono sfilati, uno dopo l’altro un paio di progetti importanti, non andati a segno però. Alla fine, tre anni dopo (era il 2017) ha vinto la loro tenacia e l’amministrazione comunale ci ha creduto e ha acconsentito alla creazione di una sala cinematografica nella sala polivalente del Centro Giovanile, accollandosi l’acquisto del proiettore.
“Ci siamo aggiudicati -racconta Gianluca Cremona– il bando e l’onere dell’allestimento: la motivazione superava i timori, neanche questo impegno economico per noi importante ci avrebbe fermato. Di buon grado ci siamo prodigati per togliere la gradinata metallica preesistente con le sedute ribaltabili e disporre comode poltroncine da cinema (queste le abbiamo trovate a Roma) l’installazione di un maxischermo, un’illuminazione differenziata, l’allestimento di una sala di attesa/ristoro… insomma abbiamo fatto tutto il possibile per rendere quello spazio confortevole, fruibile al pubblico. Adesso è un cinema a tutti gli effetti!”
“Ripartire dopo cinque anni di fermo ha significato e significa rieducare la gente a questa presenza a cui si era disabituata. E la fidelizzazione del pubblico, si sa, non arriva dall’oggi al domani ma richiede tanta cura. Io ad esempio mi occupo di raccogliere telefonicamente le prenotazioni, assegnando nel possibile le postazioni preferite, così si può arrivare anche all’ultimo momento, sapendo di non avere problemi” racconta Silvia Barusi.
Pietro, che come Gilberto è proiezionista, è stato coinvolto da Unitre, Università delle Tre Età, per tenere un corso di storia del cinema, di cui aveva la titolarità amico e collega Angelo, e questo porta molti dei partecipanti al corso a diventare frequentatori del cinema.
E’ bello imbattersi nei paraggi del MyCinem@ la domenica pomeriggio e cogliere sfaccettature, come l’entusiasmo di Maria Paola che descrive questa iniziativa come “qualcosa di molto valido” e aggiunge “non manco mai una domenica, più affezionata di così non potrei. Siamo io, la Rita e l’Ornella e ci prenotiamo sempre”. Poi si gira e intravvedendo Pietro esclama “Lei ha ricevuto i complimenti di tutta la classe perché ha un modo di spiegare molto bello”. Gilberto conferma “In effetti Pietro legge il film in modo particolare. È capace di evidenziare spunti utili anche per noi”.
C’è poi il progetto di coinvolgimento delle scuole, che è un modo per avvicinare i ragazzi, ora molto distratti da alternative come Sky, Netflix ma non solo, alla realtà del cinema. Questo è frutto della forte volontà di Fiammetta Antozzi, socio fondatore di Fidenza Cultura, che – fra le tante iniziative di cui è stata fautrice- si è prodigata a promuovere la settimana della settima arte nelle scuole. Da lì l’impegno di Mycinem@ di proporre, fra marzo e aprile, film culturalmente elevati per gli studenti. Particolarmente riuscita quest’anno anche l’iniziativa per il giorno della Memoria: 1100 ragazzi nell’arco di un paio di settimane hanno visto il film “L’uomo dal cuore di ferro”.
D’altronte, come sostiene Valentina, una delle giovani leve di Fidenza Cultura, “alla fine il cinema è un modo per capire come gira il mondo”.
C’è calore nell’accoglienza al My Cinema, basta che ti affacci alla porta di ingresso, e vieni accolto con un bel saluto. “Mentre attendi in coda il tuo turno non è difficile che una battuta generi un colorito scambio di opinioni fra più persone che si autocoinvolgono. Qui ormai ci si conosce tutti” osserva Silvana Barusi, altra socia in forza di Fidenza Cultura.
Un diffuso piacere che si accosta al beneficio rappresentato dal cinema stesso, che Pietro ama descrivere come “la più potente fabbrica di emozioni, che forse non ti guarisce dai tuoi mali ma per un paio di ore non ci pensi”. E incalza Gilberto: “Noi di questo ne siamo convinti, ne vediamo il valore per la nostra cittadina. Il cinema solleva, distoglie e fa un po’ del bene. E l’unico modo per tenerlo in vita è andarci. Il cinema va vissuto. Grazie al cielo rispetto allo scorso anno abbiamo riscontrato un sensibile incremento di presenze. Questo ci fa ben sperare per un futuro”.
La speranza dev’essere la nostra, se appena ci rendiamo conto del valore inestimabile di luoghi e situazioni come questi!
Simona Vitali